Tabularium
Il Tabularium costituiva l’Archivio di Stato, letteralmente il suo nome indica infatti il luogo in cui sono conservate le tabulae, le leggi emanate dalla città. L’edificio in blocchi di tufo e peperino si estende per 73,60 m addossato al colle Capitolino. L’ingresso era sul lato del Foro, e fu poi chiuso dalla costruzione del tempio dedicato a Vespasiano e Tito. Si conserva ancora la scala che dava accesso al piano superiore. L’edificio aveva un alto podio sovrastato da una teoria di arcate con semicolonne doriche e un fregio dorico, conservato solo in parte, con metope e triglifi. Al piano superiore, effettiva sede dell’archivio, si ipotizza la presenza di un secondo piano con porticato decorato da colonne corinzie (i cui resti sono conservati nell’area archeologica sottostante). L’edificio fu realizzato da Q. Lutezio Catulo nel 78 a.C. Nell’angolo SW l’edificio mostra una rientranza, si rese necessaria per preservare il tempio del dio Vedove risalente al 192 a.C. L’edificio, come spesso avviene a Roma, si è in parte conservato grazie alla sua trasformazione in Palazzo Senatorio, dal XII secolo sede del comune cittadino ricevette le sue attuali fattezze con il progetto michelangiolesco del XVI secolo.