Foro di Traiano
Il Foro di Traiano fu l’ultima e la più grandiosa tra le aree forensi realizzate nel cuore di Roma. I lavori per la sua realizzazione si protrassero dal 107 al 113 d.C. e comportarono il taglio del colle che univa Campidoglio e Quirinale, la distruzione dell’ atrium libertatis e di un tratto delle mura serviane, per sopperire alla mancanza di spazio dovuta all’ imponente realizzazione dei precedenti impianti. Fu inaugurato nel 112 d.C. ma la colonna fu completata solo nel maggio dell’ anno seguente. Non forniremo una descrizione della planimetria della piazza poichè gli scavi ancora in corso nell’ area forense hanno portato a notevoli modifiche alla pianta comunemente nota ed accettata dagli studiosi. Un dato che sembra però certo è quello relativo alle innovazioni portate dall’ architetto di Traiano, il quale ha proposto per la piazza una struttura innovativa rispetto alle precedenti poichè riprende la forma dei principia, le piazze centrali degli accampamenti militari, generalmente chiuse sulla fronte da una basilica e da due edifici in cui erano custoditi gli archivi militari (soppiantati nel foro di Traiano dalle due biblioteche); la colonna sembra infine sorgere nel luogo in cui erano situate le insegne legionarie. Il Foro di Traiano si presentava dunque come un imponente accampamento di marmo nel cuore della città.
La basilica era la più grande mai realizzata a Roma, il suo asse maggiore era di ben 170 metri. Una moneta contemporanea ce ne mostra la facciata divisa in tre settori. Un fregio ad altorilievo correva lungo tutto l’ attico, forse è da qui che provengono i pannelli riutilizzati nell’ arco di Costantino. L’ interno dell’ edificio era diviso in cinque navate. Nella basilica avevano luogo attività giudiziarie e commerciali nonchè quelle attività che prima erano svolte nel distrutto atrium libertati, come ad esempio le manomissioni di schiavi.