Basilica Aemilia
Entrando oggi nel Foro, subito a destra, si trova la Basilica Emilia. A Roma i magistrati incaricati delle costruzioni pubbliche erano sempre in due, ma la storia, ingrata e pigra, ricorda sempre il nome di uno solo di essi. Così si è persa memoria del povero Fulvio Nobiliore, che avrà sborsato un bel po’ di soldi, insieme al collega Emilio, per edificare questa meraviglia. Tanto più che i successori di Emilio Lepido, considerando l’edificio una gloria familiare, continuarono per secoli ad abbellirlo. Un omonimo discendente del fondatore pensò bene di ornare l’interno della basilica con scudi bronzei racchiudenti al loro interno i ritratti dei suoi avi. Questo particolare album di famiglia non era dovuto ad un particolare affetto del buon Emilio, ma alla sua volontà di ricordare ai Romani quanto i membri della sua famiglia, nei secoli, avessero fatto per la città. Una grande attività architettonico-propagandistica dunque. Ed il luogo si prestava particolarmente. Si deve infatti sempre ricordare che nell’antica Roma le basiliche non avevano nulla a che fare con i grandi edifici di culto, sarà il cristianesimo a dare al termine una nuova accezione. Nel periodo repubblicano le basiliche erano semplicemente i luoghi delegati allo svolgimento delle normali attività forensi nella cattiva stagione. Quando pioggia e gelo rendevano impraticabile il disbrigo delle normali pratiche all’aria aperta, i cives (cittadini) romani si rifugiavano negli spazi ampi e luminosi delle grandi basiliche. Se si vuole è un po’ la funzione che nell’Italia umbertina ebbero i grandi porticati, che in molte città del nord accolgono ancora il ritrovo del fine settimana. A drammatico ricordo di quella che fu la sua funzione, sui gradini della basilica restano incastonate delle monete di bronzo. Fu il calore sprigionato dall’incendio seguito al sacco della città compiuto dai Goti di Alarico nel 410 d.C., a fissare eternamente, come in una macabra istantanea, quei momenti drammatici in cui i cambiavalute, che presso l’edificio si trovavano, fuggirono concitatamente, lasciando dietro di sé quegli spiccioli.
La basilica Emilia è l’unica delle grandi basiliche repubblicane rimaste. Se oggi ne sopravvivono due (ed una, quella Giulia risale all’inizio del periodo imperiale), originariamente erano quattro. Quattro meravigliose quinte scenografiche del primitivo foro. Erano, oltre appunto all’Emilia, la Sempronia, la Porcia e l’Opimia. Accanto alla basilica Emilia sorge un grande edificio in mattoni perfettamente conservato, è la Curia Iulia.