Circo Massimo
Fu il più grande edificio per spettacoli di tutti i tempi. La sua costruzione si protrasse per più secoli. Il primo impianto fu quello di un ippodromo, nella Vallis Murcia, tra Palatino ed Aventino, e sarebbe stato realizzato per volere del primo re etrusco di Roma, Tarquinio Prisco. Questo edificio sarebbe stato forse teatro del leggendario Ratto delle Sabine. La struttura era in legno. I primi carceres in muratura risalgono al 174 a.C., anno in cui furono anche poste sulla spina le 7 uova che servivano a conteggiare il numero di giri compiuti, cui si aggiunsero nel 33 a.C. 7 delfini di bronzo voluti da Agrippa. Ad Augusto si deve il pulvinar, zona sacra riservata agli dei, realizzata sul lato rivolto verso il Palatino. Innovazione principale fu, nel 10 a.C., la collocazione dell’obelisco di Ramsete II, asportatao da Heliopolis ed attualmente situato in piazza del Popolo. Nel 357 fu affiancato da un secondo obelisco, quello di Thutmosis III, proveniente da Tebe, il più alto di Roma (ben 32,50 metri), collocato nel 1587 in piazza San Giovanni in Laterano. Nell’età di Augusto la capienza del circo doveva essere di circa 150.000 spettatori. Nel corso dei secoli il circo subì diverse distruzioni ed altrettanti rifacimenti; nel 64 a.C. ebbe inizio proprio dal Circo Massimo il famoso incendio che, oltre ad esso, distrusse buona parte dell’Urbe. La ricostruzione neroniana ne aumentò la capacità a circa 250.000 spettatori. Sotto Domiziano vi fu una nuova distruzione e fu Traiano a ricostruire il circo; a questo periodo risale il tratto curvo ancora visibile tra Palatino e Celio che costituisce l’unico resto attualmente visibile dell’edificio. I restauri continuarono fino al IV secolo d.C., e la capienza fu allora calcolata in 385.000 spettatori (numero sul quale però esistono riserve).